Perché
soffrire?
Ed eccoci qui insieme per
intrattenerci intorno ad argomenti o pensieri religiosi un po' profondi. In
questo caso l'interesse si focalizza intorno all'interrogatitvo,
perché si soffre.
A
proposito, perché soffrire? Questa é una domanda che
si pongono tanti. Che senso ha vedere la gente soffrire, per esempio
il coronavirus, gente che soffre per la malattia, gente che soffre
per gli aiuti, gente che soffre per la paura. Deve essere così?
Non mi
fai una domanda facile. A dire la verità io non ho la risposta
pronta a questa domanda. Anch'io mi chiedo spesso perché si deve
soffrire.
La
vita non te la godi al cento per cento perché alla fine ti manca
qualche cosa oppure non hai qualche soddifazione che per te può
essere importante. Perché?
Io credo
che la risposta a questa domanda sia soggettiva. La risposta può
essere il frutto dell'esperienza personale di vita, di una vita con
gioie e dolori.
E tu
allora, che cosa ne pensi?
Io ho
davanti a me la figura di Gesù, la sua esperiemza, la sua vita. Gesù
per me é modello di vita. E' insegnamento.
Gesù?
Sì,
Gesù.
In
che senso?
Allora!.
Cosa é successo a Gesù? E`andato sulla croce, ha sofferto, é
morto. Poi é risorto e stava bene.
Quindi?
Quindi,
mi dispiace ma é che io ho elaborato una mia risposta lunga 5 punti
principali.
Cioé?
1. La
sofferenza é un fenomeno della vita naturale. La sofferenza nasce
nell'uomo quando l'uomo nasce, bambino. La sofferenza nasce con la
vita. La sofferenza é parte integrante della vita. La sofferenza é
la natura. Credo che siamo quasi tutti d'accordo.
Dalla
sofferenza non se ne scampa.
La devi
avere.
Te la
devi tenere.
Solo in
paradiso non si soffre. Finché vivi come essere umano, sulla terra
devi soffrire.
Purtroppo
sì. Poi?
2. Poi
c'é il punto 2. Dopo la sofferenza c'é la gioia. La gioia é il
risultato finale della sofferenza. La gioia é il prodotto logico e
conseguente della sofferenza. La gioia é quel che segue dopo la
sofferenza.
Per
esempio?
Un
esempio semplice? Un corridore vince la gara. Gioia. Ma ha sudato, ha
fatto duri allenamenti, ha avuto dolore fisico. Dolore. E' un esempio
semplice ma applicabile in tutti gli esempi della vita pubblica e
privata. Dopo la sofferenza degli allenamenti il corridore é
orgoglioso di sé proprio perché sa di avere faticato.
Poi?
Il terzo punto?
3. Il
terzo punto? Non c'é vera gioia senza sofferenza. Non puoi
pretendere di goderti una gioia se prima non hai sofferto. Solo dopo
aver sofferto puoi avere diritto alla gioia.
E'
una legge della vita?
Sì.
Vedi Gesù? La risurrezione é la vera vita, la vita eterna. Quando se
l'é goduta? Solo dopo la morte.
Analogamente,
l'uomo si gode la gioia solo dopo la sofferenza. L'esempio di Gesù é
per noi un parametro di valutazione.
Questa
condizione di sofferenza vale in tutti gli ambiti. Vale nell'ambito
psicologico, vale nella crescita e nello sviluppo del bambino, vale
nella vita quotidiana, nelle nostre cose, nelle relazioni, al lavoro.
Tutto si guadagna solo dopo lo sforzo.
Quindi,
non é tanto la sofferenza quanto l'esperienza della
sofferenza, il passarci attraverso, ciò che conta.
Sì
esatto. Se una persona subisce un incidente e resta paralizzato per
tutta la vita sulla sedia a rotelle, é un'esperienza dolorosa. Dopo
alcuni anni di dolore, la sua vita é cambiata, ma il nostro amico
sfortunato ha trovato qualcosa di nuovo, di molto più importante di
quello che aveva prima dell'incidente. Spesso avvengono questi
episodi.
E il
quarto punto?
4. La
sofferenza rafforza l'autostima, fa maturare e fa capire che cos'è
che conta nella realtà.
La
sofferenza ci fa capire la vera gioia e ci fa sentire più forti.
Come il corridore che ha vinto la gara.
La
sofferenza, l'esserci passati attraverso, l'esperienza diretta della
sofferenza rende saggi.
La
sofferenza ti fa capire fino a che punto ci tieni a qualcosa, fino a
che punto qualcosa o qualcuno é importante per te.
Non
appena scopro che quella persona mi é antipatica, capisco che devo
lavorare in me stessa. Chiaro, può essere che effettivamente quella
persona abbia dei difetti, ma il senso dell'antipatia che
appesantisce il mio relazionarmi con lei mi aiuta a guardarmi dentro
per far crescere un altro aspetto del mio carattere.
Un lutto
mi da dolore. Poi capisco cosa mi ha lasciato quella persona quando
mi ha lasciato, dei valori che prima non conoscevo. La sua morte e la
sua mancanza mi hanno arricchita più quanto lo ero prima.
La
nostalgia accompagna con la sua scura tristezza la mia giornata. La
nostalgia mi fa capire qual è quella cosa che effettivamente mi
manca. Bene. Passa il tempo, più o meno breve, più o meno lungo, a
seconda dei caratteri, e poi vengo pervasa dalla gioia che prima non
avevo, di costruire personalmente con le mie mani quella cosa che mi
manca e che mi dava nostalgia.
Complesso
ma credo che sia così.
5. Io
credo che la sofferenza sia una benedizione.
Quando
qualcosa é difficile per me é il segnale che Dio sta preparando per
me qualcosa di più grande. Questo vale in tutti gli ambiti della mia
vita, nelle piccole cose di tutti i giorni e nelle grandi esperienze.
Devo avere pazienza. Devo saper aspettare. Devo avere la maturità e
il coraggio di sottopormi alla sofferenza e di farne la dura
esperienza diretta.
Comunque
io ti invito alla tua ricerca personale, alla tua preghiera e alle
tue convinzioni religiose intorno alla soferenza. I miei sono dei
suggerimenti ma tu devi trovare la tua strada. E' sempre
un'esperienza soggettiva.
Ciao
E tu che
hai letto, cosa ne pensi?
Quello
della sofferenza é un capitolo della storia dell'uomo o della vita
personale molto intenso, vero?.
A presto
con un nuovi pensieri religiosi profondi.
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Sr.
Mariadoria
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