mercoledì 29 aprile 2020

Perché soffrire


Perché soffrire?



Ed eccoci qui insieme per intrattenerci intorno ad argomenti o pensieri religiosi un po' profondi. In questo caso l'interesse si focalizza intorno all'interrogatitvo, perché si soffre.


A proposito, perché soffrire? Questa é una domanda che si pongono tanti. Che senso ha vedere la gente soffrire, per esempio il coronavirus, gente che soffre per la malattia, gente che soffre per gli aiuti, gente che soffre per la paura. Deve essere così?
Non mi fai una domanda facile. A dire la verità io non ho la risposta pronta a questa domanda. Anch'io mi chiedo spesso perché si deve soffrire. 
La vita non te la godi al cento per cento perché alla fine ti manca qualche cosa oppure non hai qualche soddifazione che per te può essere importante. Perché?
Io credo che la risposta a questa domanda sia soggettiva. La risposta può essere il frutto dell'esperienza personale di vita, di una vita con gioie e dolori.
E tu allora, che cosa ne pensi?
Io ho davanti a me la figura di Gesù, la sua esperiemza, la sua vita. Gesù per me é modello di vita. E' insegnamento.
Gesù?
Sì, Gesù.
In che senso?
Allora!. Cosa é successo a Gesù? E`andato sulla croce, ha sofferto, é morto. Poi é risorto e stava bene.

Quindi?
Quindi, mi dispiace ma é che io ho elaborato una mia risposta lunga 5 punti principali.
Cioé?



1. La sofferenza é un fenomeno della vita naturale. La sofferenza nasce nell'uomo quando l'uomo nasce, bambino. La sofferenza nasce con la vita. La sofferenza é parte integrante della vita. La sofferenza é la natura. Credo che siamo quasi tutti d'accordo.
Dalla sofferenza non se ne scampa.
La devi avere.
Te la devi tenere.
Solo in paradiso non si soffre. Finché vivi come essere umano, sulla terra devi soffrire.
Purtroppo sì. Poi?
2. Poi c'é il punto 2. Dopo la sofferenza c'é la gioia. La gioia é il risultato finale della sofferenza. La gioia é il prodotto logico e conseguente della sofferenza. La gioia é quel che segue dopo la sofferenza.
Per esempio?
Un esempio semplice? Un corridore vince la gara. Gioia. Ma ha sudato, ha fatto duri allenamenti, ha avuto dolore fisico. Dolore. E' un esempio semplice ma applicabile in tutti gli esempi della vita pubblica e privata. Dopo la sofferenza degli allenamenti il corridore é orgoglioso di sé proprio perché sa di avere faticato.

Poi? Il terzo punto?
3. Il terzo punto? Non c'é vera gioia senza sofferenza. Non puoi pretendere di goderti una gioia se prima non hai sofferto. Solo dopo aver sofferto puoi avere diritto alla gioia.
E' una legge della vita?
Sì. Vedi Gesù? La risurrezione é la vera vita, la vita eterna. Quando se l'é goduta? Solo dopo la morte.
Analogamente, l'uomo si gode la gioia solo dopo la sofferenza. L'esempio di Gesù é per noi un parametro di valutazione.
Questa condizione di sofferenza vale in tutti gli ambiti. Vale nell'ambito psicologico, vale nella crescita e nello sviluppo del bambino, vale nella vita quotidiana, nelle nostre cose, nelle relazioni, al lavoro. Tutto si guadagna solo dopo lo sforzo.
Quindi, non é tanto la sofferenza quanto l'esperienza della sofferenza, il passarci attraverso, ciò che conta.
Sì esatto. Se una persona subisce un incidente e resta paralizzato per tutta la vita sulla sedia a rotelle, é un'esperienza dolorosa. Dopo alcuni anni di dolore, la sua vita é cambiata, ma il nostro amico sfortunato ha trovato qualcosa di nuovo, di molto più importante di quello che aveva prima dell'incidente. Spesso avvengono questi episodi.
E il quarto punto?
4. La sofferenza rafforza l'autostima, fa maturare e fa capire che cos'è che conta nella realtà.
La sofferenza ci fa capire la vera gioia e ci fa sentire più forti. Come il corridore che ha vinto la gara.
La sofferenza, l'esserci passati attraverso, l'esperienza diretta della sofferenza rende saggi.
La sofferenza ti fa capire fino a che punto ci tieni a qualcosa, fino a che punto qualcosa o qualcuno é importante per te.
Non appena scopro che quella persona mi é antipatica, capisco che devo lavorare in me stessa. Chiaro, può essere che effettivamente quella persona abbia dei difetti, ma il senso dell'antipatia che appesantisce il mio relazionarmi con lei mi aiuta a guardarmi dentro per far crescere un altro aspetto del mio carattere.
Un lutto mi da dolore. Poi capisco cosa mi ha lasciato quella persona quando mi ha lasciato, dei valori che prima non conoscevo. La sua morte e la sua mancanza mi hanno arricchita più quanto lo ero prima.
La nostalgia accompagna con la sua scura tristezza la mia giornata. La nostalgia mi fa capire qual è quella cosa che effettivamente mi manca. Bene. Passa il tempo, più o meno breve, più o meno lungo, a seconda dei caratteri, e poi vengo pervasa dalla gioia che prima non avevo, di costruire personalmente con le mie mani quella cosa che mi manca e che mi dava nostalgia.
Complesso ma credo che sia così.
5. Io credo che la sofferenza sia una benedizione.

Quando qualcosa é difficile per me é il segnale che Dio sta preparando per me qualcosa di più grande. Questo vale in tutti gli ambiti della mia vita, nelle piccole cose di tutti i giorni e nelle grandi esperienze. Devo avere pazienza. Devo saper aspettare. Devo avere la maturità e il coraggio di sottopormi alla sofferenza e di farne la dura esperienza diretta.

Comunque io ti invito alla tua ricerca personale, alla tua preghiera e alle tue convinzioni religiose intorno alla soferenza. I miei sono dei suggerimenti ma tu devi trovare la tua strada. E' sempre un'esperienza soggettiva.



Ciao

E tu che hai letto, cosa ne pensi?
Quello della sofferenza é un capitolo della storia dell'uomo o della vita personale molto intenso, vero?.

A presto con un nuovi pensieri religiosi profondi.

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Sr. Mariadoria







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