domenica 27 settembre 2020

Che cos'é, … questa croce che mi devo assumere?

 

Che cos'é, … questa croce che mi devo assumere?



Luca 14:25-27


Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.


Immagino che Gesu venga da me e mi dica: Se vuoi venire con me prendi la tua croce e seguimi.

Immagino che lo guardo e che gli dico ma io non voglio assumere croci, ne ho già abbastanza, vuoi darmene delle altre?

Poi immgino di andare da sola nel bosco per riflettere e giungo alle seguenti conclusioni:


1) progetto di vita. Andare con Gesù comporta il rischio che possa essere presa in giro, che le mie idee non vengano accettate, o di essere diversa dagli altri. Tutto questo mi sembra un nuovo programma di vita, un nuovo incarico, completo anche di rischi, ma mi suona come un incominciare dall'inizio con nuovi compiti da sbrigare e una nuova forza per affrontare i rischi.

2) Scelta personale: Gesù dice se uno vuole venire dietro a me questo mi fa capire che il nuovo programma di vita c'é, devo solo scegliere. Si tratta di una scelta esistenziale, piena di significato, che acquisisce un senso più profondo quando sono io che scelgo e decido di accettare i rischi.



Quali sono i tuoi pensieri a riguardo?



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A presto


Sr. Mariadoria

venerdì 25 settembre 2020

Come venir fuori dalla sofferenza?

 

Come venir fuori dalla sofferenza?




Come venir fuori dalla sofferenza? é una domanda che si pongono tanti perché la sofferenza é un fenomeno che purtroppo accompagna la vita degli uomini, anzi mi correggo, di tutti gli uomini. Si soffre per tanti motivi, ma a volte la sofferenza viene esacerbata perchè é diffcile venirne fuori. Non si hanno le competenze per risolvere i propri problemi, ignoranza, si prega e sembra che dall'alto non arrivino le risposte che si cercano, inadeguatezza, solitudine.

Quindi, Come venir fuori dalla sofferenza?

Io con la mia esperienza ho notato che per venire fuori dalla sofferenza c'é un principio di base e poi dei passi da seguire. E' chiaro che tutti sono invitati a cercare la propria strategia, io comunque vi spiego il mio modo di veder le cose.

Io penso che la sofferenza sia un cammino da percorrere attraverso gli elementi o gli aspetti che appunto fanno male. Percorrere, dico, appunto, NO cercare di uscirne e venirne fuori, ma percorrere, passare attraverso.



E' un'esperienza della vita che vale la pena di compiere. Grazie alla sofferenza si imparano tante cose, si cresce, si matura, si sviluppa l'autostima, si diventa saggi. Il segreto é non assumere atteggiamenti di disgrazia o di sfortuna ma cercare di ricavarne il meglio. Il segreto é essere consapevoli che dopo la sofferenza c'é la soluzione. Questo é il principio.

Adesso passiamo ai passi da compiere, in modo concreto, ma invito chiunque a scoprire i propri.

Passare attraverso la sofferenza aiuta a venirne fuori. Questo é il secondo me il primo passo. Quindi vale la pena accettare la sofferenza quando viene e affrontarla con coraggio e dignità.




Questo é un passo da compiere a livello umano.

A rafforzare il coraggio e la determinatezza per compiere il cammino della sofferenza ci vuole la fede. Si deve guardare l'immagine di Gesù Cristo. Cosa gli é successo? E' andato in croce, é morto e poi é risorto. Questa esperienza di Gesú significa che dopo la sofferenza c'é una soluzione, che la sofferenza conduce ad una fine positiva che non ci apsettiamo, che la sofferenza serve a cambiare quache cosa e a fare incominicare dall'inizio. Meditare il mistero della morte e resurrezione di Cristo aiuta tantissimo ad attraversare i momenti difficili. Un secondo passo.



Infine credo molto nelle capacità relazionali. Comunicare con la gente per solidarizzare con chi ha altri pensieri difficili da elaborare aiuta tantissimo. Attenzione però a non cercare le disgrazie degli altri per giustificare i problemi propri. Un terzo passo.

Tornando alla domanda Come venir fuori dalla sofferenza?, io credo che questi passi e questo principio siano di notevole importanza nella vita dell'uomo nei tempi difficili.



Inoltre, é chiaro che vorrei poter vivere in modo sereno e tranquillo come tutti ma sono entrata nell'ordine delle idee che la sofferenza sia, ... una benedizione, un tesoro da cui trarre tanti vantaggi, un dono e quello che mi da conforto é che Gesù con la sua espreienza di morte e resurrezione abbia dato un senso a tutte le nostre esperienze negative.

Sicuramente tu avrai trovato la tua strategia e mi piacerebbe se me la condividessi.

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Sr. Mariadoria

giovedì 24 settembre 2020

Chi é la persona moralmente a posto?

 

Chi é la persona moralmente a posto?


Tante brave persone si preoccupano, adottando modi di dire che si sentono spesso, di essere moralmente a posto, o di stare a posto con la coscienza.

La domanda che sorge spesso in modo spontaneo é Chi é la persona moralmente a posto?

E così emergono tanti modi di pensare o modi di dire e anche opinioni personali.

C'è chi cerca di andare regolarmente a messa la domenica, c'é si sente moralmente a posto quando dice sempre grazie e mi scusi. Altri si sentoni moralmente a posto per esempio se contraccambiano un favore o per aver fatto il proprio dovere.

Ma a questo punto sarebbe necessario porsi di nuovo la domanda Chi é la persona moralmente a posto?

Secondo me dobbiamo chiarire innanzitutto il concetto di morale. Sono tante le definizioni e le opinioni a riguado. Da un punto di vista spirituale credo che la morale abbia qualche cosa a che fare con la proria coscienza, o con l'intenzione effetttiva con la quale compio certe azioni o mi relaziono con le persone. Perché faccio una buona azione verso una collega o un amico? Qual é il mio fine effettivo che mi spinge ad agire in un certo modo?

Io credo che siano tate le sfumature sulla morale e se proviamo a fare degli esempi rischiamo ad entrare nella confusione.

La morale é l'atteggiamento umanamente, psicologicamnte, intenzionalmente, spirtualmente sano con cui compiamo le nostre azioni e con cui ci relazioniamo con gli altri.

Credo comunque che sia difficile adottare un atteggiamento puramente sano perché tante sono le sfumature, il nostro vissuto interiore, i conflitti inconsci non risolti, stanchezza o cose fatte per forza.



Tornando alla domanda Chi é la persona moralmente a posto?, io penso che Gesù Cristo, così come ci insegna con la parabola del buon pastore, sia misericordioso e sa che non riusciremo mai ad adottare un atteggiamento moralmente sano. Egli non ci giudica ed é pronto ad aiutarci a migliorare. Inoltre credo che sia bene porsi il problema personale su come poter migliorare le proprie relazioni sociali e come si possa concretamente agire per conseguire obiettivi cristiani come pace al lavoro e nelle proprie famiglie, ecologia per la salvaguardia dell'ambiente, amore per evitare la guerra e tanti altri esempi che conosciamo tutti.

Sulla domanda Chi é la persona moralmente a posto?, avrai sicuramente altre idee o altre risposte adeguate. Prova a comunicarmele.



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A presto


Sr. Mariadoria

venerdì 18 settembre 2020

Perché dobbiamo capire il senso profondo della morte e della resurrezione di Gesù?

 

Perché dobbiamo capire il senso profondo della morte e della resurrezione di Gesù?



Tante brave persone che credono in Dio amano anadare la domenica a Messa, amano farsi il segno di croce e tengono un crocofisso a casa, uno dalle tante belle forme artistiche.

Queste stesse brave persone a volte si domandano Perché dobbiamo capire il senso profondo della morte e della resurrezione di Gesù?

Secondo me é molto importante capire il senso profondo della morte e della risurrezione di Gesù, anche per istituire una certa coerenza tra i nostri gesti di venerazione della croce, che sono spontanei ed istintivi, il senso effetivo della morte e della resurrezione di Gesù Cristo e cosa sappiamo noi effettivamente.

Il senso profondo della morte e resurrezione di Cristo é al centro della nostra fede e giustifica la celebrazione della Pasqua della resurrezione.

Non é però facile da capire. Sono tanti i significati. Cerchiamo di capire piano piano qualche cosa.

1. Gesù é morto perché é stato ucciso. Poi é resuscitato. Vive di nuovo.

Era per dimostrare che non dobbiamo avere paura della morte. La risurrezione c'é per tutti. La morte in realtà é io-sono sempre ma in un modo diverso, in un'altra dimensione che non conosciamo, il cielo, l'aldilà, il paradiso.

2. Gesù é morto perché é stato ucciso. Poi é resuscitato. Vive di nuovo.

E' stato ucciso dai Romani, da Ponzio Pilato, da Giuda, dai Farisei, ecc. Sì, ok, da queste persone. Era per dimostrare che tante persone, spesso anche quelle brave lo uccidono, non lo vogliono, lo odiano, non lo vogliono seguire. La verità, il suo amore vero fa male, da dolore, sofferenza perché noi NON siamo pronti a scoprire le nostre piccole mancanze, ce ne vegognamo, ne abbiamo paura. E così istintivamente vogliamo elminiare colui che ci fa vedere e ci fa capire. Ma lui é tornato a vivere. Per dimostrare che anche se noi non lo vogliamo, lui ci ama e ritorna da noi, più dolce, più misericordioso, più affettuoso, per salvarci e per volerci bene. E' quando siamo in crisi. Crisi che duranoo il tempo che passa, che va, che non si ferma, che non conosce un orologio, crisi che poi un bel giorno si risolvono.

3. Gesù é morto perché é stato ucciso. Poi é resuscitato. Vive di nuovo Ci sono tanti altri significati simbolici. La morte che torna in vita. Complessi di inferiorità che si possono vincere. Problemi che si possono risolvere. L'inconscil che si libera. Depressione da cui si può guarire. Energia per incominciare daccapo e cambiare. Lacrime che si trasformanon in risate. Tristezza che si tramuta in gioia Fiori che nascono dalle pietre. Acqua che sgorga dal deserto. Vita che risorge dalla morte

Il senso profondo della morte e resurrezione presenta tanti altri aspetti, da scoprie con la vita, con l'esperienza, con i momenti difficili, con lo stare con gli altri.


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Ciao


a presto


Sr. Mariadoria

giovedì 17 settembre 2020

Se non accogli il regno di Dio come un bambino, non entrerai in esso.

 

Se non accogli il regno di Dio come un bambino, non entrerai in esso.



Marco 10:10-16


13 Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. 14 Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 15 In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». 16 E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.



Immagino che Gesù mi dica Se non accogli il regno di Dio come un bambino, non entrerai in esso. Io gli domando allora come, come un bambino?... e il regno dei cieli?

E immagino che lui mi risponde sí, il regno di Dio, cosa vuoi che sia il regno di Dio? Io voglio incontrarti .... questo é il regno di Dio, e i bambini mi hanno giá incontrato. E sto aspettando te.

Immagino poi che gli dica in che senso come un bambino?

E Lui mi risponde Bene, sono qui, i bambini non si chiedono, quanto profonda deve essere la mia fede per incontrare Dio, i bambini non sanno che esise la FEDE. E mi hanno giá con loro.

I bambini non si chiedono quante opere di misericordia devono compiere pr essere degni dell'incontro con Dio, i bambini sono innocenti nelle loro piccole marachelle e si fanno dispettucci, ... da bambini, e sanno aiutare se glielo insegni, mi hanno già con loro.

Gladulti dicono che per incontrare Dio, devono studiare tanti libri, ... Continua Gesù a dire perché i bambini cosa sanno? Non devono mica andare a scuola per incotrarmi, mi hanno già con loro anche se non hanno imparato tutta la lezione. Sono già con loro.

Immagino che gli dica ah é così semplice.


E tu cosa ti immagini quando leggi queste parole di Gesù? Se non accogli il regno di Dio come un bambino, non entrerai in esso. ?


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A presto


Sr. Mariadoria


Cosa ci possiamo aspettare da Dio quando soffriamo dei nostri problemi?

 

Cosa ci possiamo aspettare da Dio quando soffriamo dei nostri problemi?



Molto spesso le persone si ritrovano a dover affrontare problemi diffcili. No ne hanno la forza, oppure non hanno le competenze specifiche, o gli manca la motivazione, hanno bisogno di aiuto perché da soli non ce la possono fare, hanno bisogno di incoraggiamento.

La domanda che tantissimi si pongono é questa: Cosa ci possiamo aspettare da Dio quando soffriamo dei nostri problemi? Le persone cercano la risoluzione totale, una risposta, una luce, una voce che parli ....

Poi quando si accorgono che tutto resta come era, che non c'é stato nessun cambiamento, o che la situazione é peggio di prima le persone si domandano appunto Cosa ci possiamo aspettare da Dio quando soffriamo dei nostri problemi?

Io credo che il problema non sia proprio questo, cosa ci possiamo aspettare da Dio, ma che idea hanno le persone di Dio, e che cosa cercano effettivamente da Dio.

Molte brave persone si rivolgono a Dio inconsapevolmente nel modo sbagliato. Hanno dei problemi, é vero, e non sanno come fare. Cercano l'aiuto di Dio. Queste perosne credono che Dio sia il tuttologo della situazione che un click può cambiare tutto.

Non tutti però hanno capito che le cose non vanno proprio così.

Quando tu hai un problema e ti rivolgi a Dio, ci sono dei presupposti da non dimenticare. Eccone alcuni:




1. Dio é lì pronto ad aiutarti, sì, ma nel senso che Egli ti da quello che Lui pensa che sia giusto per te. Sì, é proprio così, a volte devi cambiar le cose, a volte devi rinunciare, a volte devi capire che sei tu il problema. In pratica, non devi essere tu a risolvere il tuo problema e non devi perciò trattare Dio come il tuo servo che deve fare quello che vuoi. Non devi decidere tu cosa Dio deve fare per te. Dio ti sta già aiutando ma secondo quello che effettivamente ti fa bene.

2. Dio é lì pronto ad aiutarti, sì, ma nel senso che Egli non é lui colui il quale deve fare qualche cosa, ma tu stesso. Quando soffri per una situazione diffcile, a volte é perché tu non hai voglia di agire ma ne avresti le competenze e gli strumenti. Il problema va visto in questo caso non più come qualcosa di grave ma come l'incarico per un'attività da intraprendere per il bene comune. Dio ti sta già aiutando nel farti capire che il problema lo hai risolto tu stesso.

3. Dio é lì pronto ad aiutarti, sì, ma nel senso che Egli sembra che non stia facendo niente. Effettivamente non c'é proprio niente da fare. Sei tu che vedi problema e Dio non considera la tal cosa un problema. A volte non sei tu quella persona che se ne deve occupare.

Sicuramente ci sono tanti altri presupposti ma quelli vanno scoperti col tempo, con l'esperienza, la vita stessa ne insegna degli altri nuovi. L'importante é non perdere la fede, non smettere di credere in Dio quando sembra che Lui non abbia risposto nei momenti diffcili o quando stai soffrendo per un problema.

Cosa mi proponi tu a riguardo? Scrivi, aspetto di leggerti.

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Sr. Mariadoria




giovedì 10 settembre 2020

Amate anche i vostri nemici

 

Amate anche i vostri nemici



Amate anche i vostri nemici sono parole che mi hanno fatto pensare, riflettere, meditare. Non sono parole che lasciano indifferenti perché non si può dare per scontato che si possano amare i nemici.


Leggiamo insieme


Lc 6,27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate,io dico:amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra.



Immagino che Gesù mi venga a dire ama i tuoi nemici, sai, sì, proprio lei, proprio quella che ti ha detto quella cosa brutta e quell'altra che ti é antipatica perché si comporta male.

Immagino di stare zitta, ma di essere pervasa da una soffocante sensazione di rabbia. Poi gli dico sì, va bene. Lo farò. Ma non so se lo farò.

Rabbia perché sembra Lui mi voglia provocare chiedondomi di amare quelle persone che non mi piacciono. Se non mi piacciono, io lo so perché, e so anche di avere ragione. Ma allora lui non é dalla mia parte. E' possibile? E quelle persone sono nemiche e mi hanno fatto del male, perché Dio non viene a recarmi conforto, al contrario, viene a dirmi che devo addirittura amare i nemici?

E poi, quelle persone meritano così tanto amore? Ma cosa sono questi discorsi ...



Adesso penso, dopo una profonda meditazione che l'amore per i nemici sia il vero amore e che Dio chiedendomelo mi abbia impartito una nuova lezione d'amore.



La lezione é la seguente.

Ci sono due forse anche di piú ma per il momento ne ho scoperte due di forme di amore.

La prima forma d'amore é il mio approccio disponibile verso gli altri, e anche verso i nemici positivo, sereno, amichevole, solidale... In pratica é il così detto non faccio male a nessuno. Tanti si relazionano alle persone con questo atteggiamento sereno.

La seconda forma d'amore é l'amore verso i nemici. Gesù mi dice di dare anche l'altra guancia. Significa accettare il nemico e trattarlo facendo finta di niente come se fosse un amico.

La seconda forma é di difficile applicazione. Va al di sopra delle nostre umane possibilità, dei nostri sentimenti di rabbia, vendetta, farmi rispettare, me la deve pagare ...

Credo che non serva psicologizzare il fenomeno, cioè, se lei fa così é perché ha un problema, oppure, se io mi sento ferita é perché sono una stupida. Non serve. Non siamo da uno psicologo. Noi dobbiamo comportarci da veri cristiani. Dobbiamo mettere in pratica l'amore in tutti i dettagli.


Inoltre dalla sua lezione ho anche scoperto che quando Gesù mi chiede di amare il nemico in realtà ci sono dei presupposti.

1. L'amore non é un sentimento positivo di affetto, simpatia, amicizia. Ed é chiaro che non posso nutrire affetto, simpatia e amicizia per il mio nemico.

2. Amare il nemico é un incarico che Gesù mi affida. Devo prendere la richiesta di amore del nemico come un incarico, un favore che Lui mi chiede.

3. Quando Gesù mi chiede l'incarico di amare il mio nemico che mi fa del male é chiaro che Egli ha già provveduto a sanare le mie ferite che il nemico mi ha inflerto.

4. Amare significa curare le ferite che il nemico ha. Una persona che mi fa del male, lo fa perché é lei che ha delle ferite. Non devo certamente impicciarmi dei suoi problemi personali. Ma la mia risposta positiva di fronte ad un torto é un modo per curare le sue ferite. Il resto lo fa Dio. Lui sa e conosce tutti i perché delle azioni scorrette dei nemici. Io collaboro semplicemente quando resto disponibile.

Eh, questa meditazione é stata proprio profonda. Ma tu forse dalla tua meditazione hai appreso altre informazioni. Ciao


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Sr. Mariadoria

mercoledì 9 settembre 2020

Cosa succede dopo la morte?

 

Cosa succede dopo la morte?



Credo che tutti nella vita prima o poi si interrogano sulla morte, e si chiedono Cosa succede dopo la morte?. Tanti tendono a cercare delle risposte personali, altri si costruiscono delle convinzioni personali, e altri ancora non ne vogliono sentire parlare perché ne hanno paura.

Poi ci sono gli anziani o gli ammalati gravi, consapevoli che dovranno andare incontro alla morte. Anche loro hanno i loro modi di affrontare quest'angosciosa realtà. Chi si arrende, chi si lascia andare, chi invece impara ad accettarla.

Io credo che la morte sia quell'angosciosa realtà che richiede una spiegazione e un chiarimento.



Il problema della morte é determinato da diversi aspetti. Io ho individuato i seguenti:


  • si ha quella paura angosciosa di "non essere" più

  • non si sa che cos'é effettivamente

  • non si sa cosa c'é dopo la morte

  • non si sa che cos'é l'aldilà

  • non si sa che cos'é l'andare in cielo

  • non si sa che cos'é la morte in se per se



Di fronte a queste domande senza risposte emergono spontanei dei commenti del tipo:

  • perché devono perdere la vita bambini, innocenti, poveri, brave persone

  • che senso ha costruire nella vita e poi essere stroncati da un tumore, da un incidente o in questo caso, dal covid 19

  • che senso ha la guerra, andare a morire in guerra, perché la guerra

Di qui emergono tutte le opinioni personali di cui sopra e anche gli attenggiamenti individuali con i quali si cerca di affrontare questa angosciosa realtà.

Per altro della morte e come affrontarla non se ne può parlare in modo scientifico ma solo per opinioni personali proprio perché non si posseggono molte informazioni.

Ma é proprio vero che della morte non si sappia proprio niente?

La Bibbia contiene delle informazioni sulla morte e la fede e la preghiera aiutano ad ottenere il giusto sollievo.

Ci viene incontro l'esempio di Gesù Cristo.

Cosa é accaduto a Gesù Cristo? E' morto sulla croce e poi é vissuto di nuovo, dopo quell'evento che noi chiamiamo resurrezione, che celebriamo il giorno di Pasqua. E' l'esempio pratico che questo avviene anche con noi. Il problema é che questo fenomeno non siamo capaci di spiegarlo in modo scientifico.

Esatto, questo fenomeno NON va spiegato. Questo fenomeno va solo "creduto" e basta. Credere é fede e nella fede risiedono tutte le spiegazioni. Finisce qui.



Perché Gesù é vissuto di nuovo dopo la resurrezione? Perché Gesù é vita. Cosa significa? Quando io muoio, perché sono anziana, o perché ho contratto una malattia o perché ho subito un incidente in realtà sono passata da una dimensione all'altra. Ora che vivo, io sono. Con la morte, io continuo ad essere, in un'altro modo che purtroppo non conosciamo, in cielo, nell'aldilà, quello che sia. La morte é continuare a essere in un altro modo. Questo perché in me c'é la vita. Da dove viene la vita che c'é in me? Dall'atto biologico del concepimento nel grembo materno? Ehm, sì ma ... il principio vivente che rende possibile la biologia é Dio. Io vivo, in me c'é vita, io sono, perché Dio mi ha dato questa possibilità. E' una garanzia.

Non credo che sia facile capire certe cose ma mi piacerebbe se tu dopo la lettura di questo articolo mi scrivessi qualche cosa per approfondire. Mi farebbe piacere.

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A presto con nuovi pensieri religiosi

Sr. Mariadoria

martedì 8 settembre 2020

Cosa cambierebbe se incominciassi ad amare?

 


Cosa cambierebbe se incominciassi ad amare?




Ciao. La domanda che mi pongo spesso nelle mie preghiere o meditazioni é la seguente: Cosa cambierebbe se incominciassi ad amare?

Mi viene incontro il famoso brano del Vangelo:

Marco 12,30-31

30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua".31 Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi».




Dopo aver letto questo brano mi verrebbe da chiedere cosa cambiarebbe se incominciassi ad amare?

Ho contato che cambierebbero almeno 3 aspetti della mia vita ma ce ne sono ben tanti altri ancora da scoprire.

1. aspetto

Mi alzo la mattina con l'idea che devo amare. Cambierebbe il mio umore.

L'umore basso causato da conflitti non risolti si attenuerebbe, apparirebe il sorriso sul mio viso, e avrei voglia di canticchiare nell'esecuzione delle mie faccende. Mi sentirei più serena, qualsiasi cosa mi farebbe sorridere.

2. aspetto

Dopo aver fatto colazione incominciano le mie attività, il lavoro: devo amare. Cosa cambierebbe? Un nuovo lavoro? No. Non c'entra. Cambierebbe che lavoro espletando i miei compiti di sempre, ma, con un nuovo atteggiamento. Lavorerei per costruire, per stare insieme, lavorerei per gli altri.

3. aspetto

Devo trascorrere la giornata in relazione con gli altri. Devo amare. Cosa cambierebbe? Credo che migliorerebbe la mia competenza sociale. Diventerei più matura, non mi offenderei, sarei pronta alla riconciliazione, sarei più aperta e disponibile, cercherei nell'altro la simpatia anziché i difetti.



Come vedi la vita é un'altra quando si ama, o quando si cerca di amare, o comunque quando almeno hai intenzione di amare.

Questo é ciò che mi cambierebbe se incominciassi ad amare e la mia vita di tutti i giorni acquisirebbe un senso. 

A presto con nuovi brani del Vangelo e se vuoi scrivimi delle tue considerazioni personali. Farebbe piacere.

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Sr. Mariadoria

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