Egli non e` il nostro psicologo consulente
Ciao.
Volevo
riflettere con te su di un tema interessante e cioe` che quando uno di noi e`
in difficolta` la tendenza e` quella di rivolgersi a Dio. Mi capita a volte di
incontrare persone che pregano, pregano, pregano, frequentano gruppi della
parrocchia, leggono libri spirituali e fanno pellegrinaggi per cercare Dio
perche`, appunto hanno da risolvere un problema personale.
Bene. E’ molto importante rivolgersi a Dio e non limitarsi alle proprie intuizioni personali o alle tante teorie che ci sono nel mondo. Pregare e` molto importante. .. ma c'e` un pero`.
Dio
non e` il nostro psicologo. Va bene pregare, ma serve altro per risolvere un
problema.
Noi
abbiamo la tendenza a sottoporre all’attenzione del Dio misericordioso tutti i nostri problemi interiori, tutti i nostri conflitti inconsci non risolti, tutte
le nostre ansie, le nostre ferite. Bene, come ho detto prima, bene. Ma Egli non
e` il nostro psicologo. Quando Egli ci aiuta e ci fa ritrovare la strada, la
corretta via, ci da una risposta, Egli in realta` ci sta chiedendo qualche cosa
di molto piu` grande. Dobbiamo collaborare. Se ci rivolgiamo a Dio per la
risoluzione di un nostro problema, e allora dobbiamo essere consapevoli che
Egli ha elaborato per noi un programma della nostra vita, diverso da quello che
conduciamo. E’ proprio il caso di dire che Egli risolve i nostri problemi a modo suo.
Quali
sono I suoi modi?
La
risoluzione di un problema richiede dei cambiamenti radicali nella nostra vita.
Noi pero`, non siamo sempre disposti a cambiare rotta. Quando le cose nella
nostra vita non vanno, spesso e` perche` abbiamo fatto di testa nostra,
inconsapevolmente e ci siamo ritrovati cosi` nei guai. Abbiamo dimenticato che
Dio e` la via. Ci sono persone che stanno tutta la vita con ansiolitici,
psicologi e fanno yoga per ritrovare se stessi perche` qualcuno gli ha detto che
aveva un problema durante l’infanzia che non e` stato risolto. Va bene
impegnarsi ad elaborare il conflitto, e a farlo poi con la preghiera. Ma a
volte il conflitto lo si puo` risolvere relativizzandolo. Dobbiamo cambiare
vita. Spesso la vera soluzione psicologica dei nostri problemi e` fare del volontariato, avere pazienza con chi ci annoia, riconoscere una nostra colpa, chiedere scusa, dire grazie, salutare un conoscente, regalare un sorriso, interessarsi degli altri.
Interessarsi degli altri alleggerisce l’impatto pesante di un nostro problema privato.
Gesu` stesso diceva nel vangelo c’e` piu`
felicita` nel dare che nel ricevere.
Quando
sei triste a causa di una malattia, o di un divorzio, o per un figlio non
ancora realizzato,, va’ da Dio, prega, chiedigli aiuto ma poi chiedigli anche cosa vuoi?
Spesso
un problema altro non e` che il risultato di un atto di misericordia negato, oppure
la conseguenza negativa di una sciocchezza fatta.
Che
cos’e` la preghiera? La psicologizzazione
della nostra fede? No.
Egli
non e` a nostra disposizione, Egli non e` il nostro psicologo consulente. E’
psicologo in quanto Egli ci ha creati dotandoci di psiche e corpo umano. Ma la
vita quotidiana e` una relazione continua con Lui per la realizzazione del bene.
Se ci dimentichiamo di Lui, arrivano i nostri problemi. Lo psicologo ti offre certamente
la giusta terapia ma il problema non scomparira` mai se non andiamo da Lui a
realizzare il bene. Dio ha bisogno di te. Lo aiuti? E` qui la vera soluzione
dei nostri conflitti.
Sono
stata chiara?
Fammi
sapere
Sr.
Mariadoria
Sono completamente d'accordo con te. Occorre tanto lavoro su di sè per risolvere i problemi, sarebbe troppo facile demandare tutto agli altri. Occorre fare passi, prendersi responsabilità, non attendere che tutto arrivi dal cielo. E magari l'aiuto di Dio è quello di farti incontrare la persona giusta per una terapia (che non è cosi' scontato) oppure di farti fare una certa esperienza perchè di quella hai bisogno anche se non lo sai. Quello che scrivi mi ha inoltre fatto ricordare quella storiella in cui un uomo molto devoto sta per annegare nel fiume, vede arriivare una barca ma non ci sale, pensando "Dio mi aiuterà". Poi arriva una seconda barca e non ci sale pensando ancora "Dio mi aiuterà", con una terza fa uguale. L'uomo annega e muore e quando si trova a cospetto di Dio gli chiede “mi avevi detto che mi avresti salvato e invece mi hai lasciato morire” e Dio risponde: “ti ho mandato tre barche, e tu non sei salito su nessuna". Per dire, che bisogna anche essere attenti ai segnali e fare delle scelte, fare la propria parte. Aiutati che Dio ti aiuta.
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